Archivio per marzo, 2010

Una cosa c’è da dire: la Barbery sa scrivere, sa ammaliare con il suo incedere fluido ed erudito, nel libro ci sono delle pagine veramente deliziose, leggerle è un piacere. Per deformazione professionale, però, l’autrice, docente di filosofia, a tratti si perde in sofismi di dubbia utilità, poco funzionali alle vicende narrate e questo da noia.
C’è di che pensare su questo libro e questo è il suo vero e unico punto di forza tutto il resto scricchiola.

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Si è parlato di neo-neo realismo. Forse è vero che sia nel cinema italiano sia nella letteratura sta emergendo un gruppo di autori che individuano il senso della loro missione nella riflessione sulla realtà. In tempi dominati dal bisogno di un eterno carnevale, di bellezza fittizia o di forti emozioni, attraverso effetti speciali e situazioni estreme, è una boccata d’aria pura la scelta dell’autenticità. E la storia, fittissimo repertorio di situazioni tragiche ed estreme, specie nei momenti di guerra, offre molti spunti per questo (come sapeva il vecchio Manzoni). (altro…)