Archivio per novembre, 2008

Non so quale sia stato il motivo che mi abbia portato a leggere questo testo: non conoscevo l’autore, non ho mai avuto occasione di scorgere il romanzo in libreria, le due biblioteche alle quali sono iscritto non avevano alcuna copia del libro, al momento in cui la sua lettura mi è stata proposta dovevo partire per una vacanza di tre settimane durante la quale non avrei letto assolutamente nulla, eppure “Volli, sempre volli, fortissimamente volli!”, leggere questa opera di Vargas.la_zia_julia_e_lo_scribacchino

Forse è stato istinto, forse è accaduto perché a propormelo fu una persona che reputo sapere cosa sia stile e cosa non lo sia, fatto stà che ora, terminate le ultime pagine mi ritrovo qui a scriverci sopra un commento.

E’ un libro che mi è piaciuto moltissimo, da tempo un romanzo che ritengo non essere sperimentale dal punto di vista linguistico, non catalizzava così tanto la mia attenzione. E’ lungo, denso e specialmente all’inizio si ha l’impressione di non avanzare ma non si fa fatica perché l’autore scrive, a mio avviso, divinamente. E’ dotato di una proprietà di linguaggio e di un vocabolario eccezionali, non un avverbio, non un aggettivo che siano fuori posto. Il testo è chiaro e molto evocativo.

L’autore in questa opera ci narra la storia (altro…)

Orizzonte

Pubblicato: 21.11.2008 da bazu in Racconti
Tag:, , , , , ,

Pubblico volentieri un racconto passatomi da un nostro fan (mai avrei pensato che potessimo avere dei fan) che desidera rimanere anonimo.

Viveva così, quasi per caso. Niente lo interessava veramente, tranne se stesso e la felicità, quel benessere illimitato di cui tutte le religioni parlano ma che non ha che due o tre testimoni. Ed ogni volta che ci pensava, si dannava l’anima perchè gli pareva di non poterla mai raggiungere. Per lui la felicità era come l’orizzonte: poteva vederla, comprenderla ma non avrebbe mai potuto raggiungerla, esserne parte. Eppure sapeva che dentro di lui c’era una via che portava direttamente là, dal deserto della sua esistenza fin dentro quel miraggio. E allora un giorno si disse: ma sì, perchè non tentare? Perchè non cedere a quel richiamo, anche se è più scomodo, anche se fa paura? Ma la risposta fu fin troppo semplice perchè fino ad allora, quell’esistenza così effimera gli aveva sempre assicurato un domani e con esso la possibilità di poter rimandare. Fino a quando si stancò dei suoi domani sempre uguali e decise di imboccare la strada verso l’orizzonte e fu in quel momento che nacque per lui un giorno nuovo.

Il nostro fan è interessato ai vostri commenti di qualsiasi natura essi siano.

Ho trovato un testo che voglio condividere con voi: si intitola Setola ed è dell’emergente Leandro Barocco. Il testo integrale è reperibile sulla rete.

Non ho parole per esprime la mia commozione nel leggere un testo così poetico, dall’incipit fulminante e dallo struggente lirismo. Ho pianto come non piangevo da anni. Un testo ineffabile e inarrivabile, dalla prosa scarna e dall’uso sapiente delle parole, poesia e lirismo allo stato puro.

Non conoscevo questo autore ma sento che ho trovato un amico per la vita. Un testo imprescindibile.

Qui il testo integrale e libermanete scaricabile: Setola

Baz: Saggio o semplicemente pedante?

Pubblicato: 14.11.2008 da lapproff in Parliamone

secondo me Baz è Saggio!

Apriamo una tavola rotonda.

Librogustando!

Pubblicato: 14.11.2008 da lapproff in eventi
Tag:, ,

No signori miei, non è un aprrezzamento relativo al piacere della lettura, ma un festival che si tiene nel mese di novembre a Fontanellato, in provincia di Parma.

Il paese è carino e merita una visita a prescindere, per la bella Rocca di Sanvitale (corredata di fossato con acqua e carpe grosse così!!), che sembra uscita dalle pagine dei fratelli Grimm. Insomma, uno sfondo fiabesco per bancarelle di libri e di prodotti tipici della zona – e non.

Come avrete capito, questo è un festival a tema: libri a tema culinario e specialità gastronomiche (soprattutto formaggi e salumi), corredato da presentazioni di libri, premio allo chef più meritevole (nel 2008 il premio è stato conferito a Gualtiero Marchesi) e menù a tema nei ristoranti del paese e della zona. Il comunicato stampa del sito del comune recitava Madeleines di Proust… tortelli di lucignolo… tè e pasticcini colorati di Alice… ma io sinceramente non li ho visti!!

In compenso il festival offriva un programma davvero curioso e variegato: laboratorio di biscotti per bambini (all’interno della rocca!), presentazioni di romanzi e di saggi, spettacoli teatrali e la già menzionata premiazione allo chef. Insomma, una bella gita per gli amanti dei libri e per i golosi…

i nostri gruppi

Pubblicato: 14.11.2008 da ilek in Scadenze

Scadenze correnti

GRUPPO DI ANSWERS: “la prova del miele” di al-neimi (proposto da vava’) scadenza il  04 dicembre 2008

GRUPPO ANOBII Uno alla volta: “trilogia di new york” di paul auster (proposto da tella) scadenza il 30 novembre 2008

Archivio Answers

-“l’uomo della pioggia” di saul bellow (proposto da ale) scadenza 07/04/2008

-“quella sera dorata” di peter cameron (proposto da vava’) scadenza 23/04/2008

-“d’un tratto nel folto del bosco” di amos oz (proposto da girasonia) scadenza 08/05/2008

-“possessione” di antonia byatt (proposto da ile) scadenza 03/06/2008

-“la solitudine dei numeri primi” di paolo giordano (proposto da bazu) scadenza 17/06/2008

-“papalagi” del capo tuiavii di tiavea (proposto da pappo) scadenza 30/06/2008

-“domani nella battaglia pensa a me” di javier marias (proposto da pappo) scadenza 21/07/2008

-“seta” di alessandro baricco (proposto da fra) scadenza 01/08/2008

-“l’amore non guasta” di jonathan coe (proposto da girasonia) scadenza 22/o8/2008

-“norwegian wood” di murakami (proposto da girasonia) scadenza 15/09/2008

-“vergogna” di coetzee (proposto da vava’) scadenza 1/10/2008

-“balzac e la piccola sarta cinese” di dai sijie (proposto da ile) scadenza 3/11/2008

Archivio Anobii (11 membri al 23-07-08 )

-“chiedi alla polvere” di john fante (proposto da violacea) scadenza 21 agosto 2008

-” la zia julia e lo scribacchino”  di vargas llosa (proposto da vava’) scadenza mese di settembre

-“lettera a berlino” di ian mcewan (proposto da vava’) scadenza mese di ottobre

Capita raramente che il cinema americano sia in grado di offrire pellicole genuine, vere e poco calcate, di recente, in tal senso, mi è capitato di rimanere piacevolmente colpito da una  piccola perla d’oltre oceano: “Juno”.
juno_locandina
Il film narra le vicende di Juno una ragazza sedicenne che rimane incinta a seguito del primo e unico rapporto sessuale della sua vita avuto con un suo coetaneo, rapporto sessuale spinto più da curiosità e affetto che da amore. Il lungometraggio parte con lei già in stato interessante (come è arcaica questa espressione) e si sviluppa attorno alla sua volontà di disfarsi del bimbo.  Dapprima la protagonista pensa all’immediatezza dell’aborto poi, a fronte dei morsi della sua coscienza, opta per tenerlo e cederlo a genitori addottivi. Da qui  tutto il film:  palpiamo il rapporto comprensivo con i genitori, che sanno ascoltare e comprendere. Ammiriamo la matrigna che si fa coinvolgere  e sa essere cinica e spietata nei confronti di un tecnico ecografo donna, che si permette di emettere giudizi morali e sociali.
Conosciamo  il padre del bambino, immaturo (per come lo è un maschio medio della sua età), innamorato, dolce e buono ma incapace di  assumersi le proprie responsabilità anche perché molto più spaventato e meno forte della sua amante che invece  vive la sua gravidanza con naturalezza incurante degli occhi della gente e dei mormorii alle sue spalle. Juno  è determinata da subito, vacilla solo in poche occasioni, ma è forte sa quello che vuole fare e per tutto il film rimane praticamente immune da tutto ciò che non riguardi direttamente il futuro del suo bambino.
L’ambientazione è una provincia tranquilla ma allo stesso tempo distante dai cliché che vedono queste realtà cariche di pregiudizi, di moralismi e di moralizzatori (che il mondo stia veramente cambiando  o è solo una visione ottimistica del regista?).

Non è un film volgare come volgari sono la stragrande maggioranza dei film su adolescenti, qui traspare un’adolescenza “vecchio stampo” fatta di insicurezze,paure, umanità. Il linguaggio è pulito,  “contaminato” dallo slang giovanile  quel tanto che basta da rendere l’opera verosimile (il titolo di questo mio intervento ne è l’esempio); non esistono le tanto (ab)usate sfuriate da teenager ricche di “Fuck”.

Quello che ho amato di quest’opera cinematografica è che a differenza di molte altre incentrate sulle medesime tematiche questa non vuole dare lezioni di vita, non ci dice cosa sia giusto fare e cosa invece non lo sia, ci insegna, questo forse sì, a seguire il nostro istinto nelle scelte importanti della vita, a mettere da parte i giudizi degli altri guidati da luoghi comuni più che dal buon senso. Nel film non esiste traccia di condizionamenti esterni sulle decisioni, esiste solo la linea adottata da Juno che da ragazza certamente immatura ma molto intelligente, prende delle decisioni che non possono che essere capite (se non addirittura condivise)  anche da un adulto. Uniche due intrusioni sono un compagna di classe antiabortista e il tecnico ecografo di cui sopra che emette un giudizio inappropriato e ingiustificato.

Tra tanta negatività e pessimso che si respira oggi nell’arte nel senso più generale del termine, il finale che vede un rientro nella “normalità” di un amore “semplice”(assente all’inizio della vicenda)  come molti di noi sicuramente l’hanno conosciuto, chiude ottimamente e sobriamente questo consigliatissimo lavoro cinematografico di Jason Reitman.

Degna di nota è la colonna sonora molto acustica e certamente azzeccata.

Juno in chiusura: “Sì lo so, in genere ci si dovrebbe innamorare prima di procreare ma in fondo noi siamo sempre stati strani”

E’ una pellicola serena, che ha l’odore e la genuinità del latte caldo messo sul fuoco.

Il trailer in italiano:

A little bit of soundtrack:

L’incontro

Pubblicato: 01.11.2008 da bazu in Racconti
Tag:, ,

E’ da svariate settimane che Marco e Chiara devono vedersi, Marco ha avuto modo di riflettere molto su quel loro appuntamento ormai divenuto inevitabile. Io, purtroppo non ci sarò ma me lo immagino comparire nella pallida stanza ospedaliera, l’aria sarà permeata da un odore acre di disinfettante, indosserà uno di quei suoi soliti maglioni di lana sformati adatti per le rigide temperature di un tardo autunno, meno per le torride stanze di un nosocomio. Sicuramente sarà teso e per quanto possa essersi preparato sarà difficile per lui resistere all’ondata di emozioni che lo travolgerà.

Chiara sarà immobile, non sarà neppure conscia di essere a questo mondo, certamente non si aspetterà di vedere Marco e quando lo vedrà non lo riconoscerà, resterà ferma nel suo letto che non può lasciare autonomamente.

Ora come ora saranno soli, l’immaginarmeli a non più di qualche stanza da me mi rende ansiosa, avrei voglia di alzarmi, raggiungerli e assitere all’intersezione delle loro vite ma non posso e comunque, a pensarci bene, anche potendo non andrei perché trovo giusto che certe situazioni vengano vissute senza condizionamenti esterni di modo che ogni goccia di empozione possa sgorgare e manifestarsi in tutta la sua potenza. Mi consolo fantasticando sul loro incontro e sapendo che presto saranno qui.

Anche il flebile e rado vociferare di infermiere e medici verrà censurato dai loro sensi, rimarranno in silenzio fissandosi, lui non riuscirà a dire nulla lei non potrà dire nulla. Gli occhi di lui inizieranno a bagnarsi e passato un ragionevole lasso di tempo inizierà a raccontarle quanto sia stato snervante aspettare quel momento, di quanto lo avesse desiderato e immaginato, le accarezzerà le mani spiegandole i progetti per il futuro.

Chiara con le sue guance paffute, i capelli radi, quello sguardo attento, avido di tutto ciò che la circonda non capirà perché non sarà in grado di farlo, persa com’è in un mondo fantastico che solo lei può percepire.

Il mio cuore palpita più intensamente conseguenza, questa, dell’odore di brodo che pian piano prende corpo nell’aria, indizio che mi rivela l’imminente l’arrivo del misero pranzo ospedaliero ma soprattutto quello dell’insolita coppia.

Eccoli! Li vedo! Incrocio lo sguardo di Marco, ci sorridiamo, sento un piacevole tepore al centro del torace, lui ha un’espressione beata leggermente “sporcata” dalla preoccupazione per Chiara che, tra le sue braccia, piange.

“Ciao Amore, penso che abbia fame” mi dice.

La prendo e avvicinandola al mio seno sento di vivere istanti eccezionalmente felici.